Sandro Cappelletto, scrittore, autore e storico della musica, in occasione della Giornata della Memoria, il 27 gennaio, porta a Belluno il Quartetto per la fine del Tempo, opera del compositore francese Olivier Messiaen, concepita in un campo di lavoro per prigionieri di guerra, nel 1940-41, e poi eseguita insieme a tre musicisti, suoi compagni di detenzione: Henry Akoka, di religione ebraica, al clarinetto; il violoncellista Etienne Pasquier, che si definiva agnostico; il violinista Jean Le Boulaire, ateo dichiarato e, appunto, il compositore Olivier Messiaen, “battezzato, cristiano e credente”, al pianoforte. Il concerto avvenne il 15 gennaio 1941, in una baracca del Lager in cui i 4 musicisti erano rinchiusi, insieme a migliaia di altri prigionieri. Fu il primo e unico concerto insieme, in quanto i quattro interpreti non ebbero mai più occasione di risuonare insieme.A Sandro Cappelletto abbiamo rivolto alcune domande, per capire meglio, grazie a lui, l’importanza del suo progetto con Ex Novo Ensemble e della musica di Olivier Messiaen.
Olivier Messiaen, Sandro Cappelletto, Ex Novo Ensemble. Innanzitutto, come è nato il progetto e il concerto che portate al Teatro Comunale di Belluno, per la Giornata della Memoria?
Dall’esigenza di ricordare un episodio che appare perfino incredibile. Creando quest’opera, in quelle condizioni, Messiaen dimostra, con la forza invincibile della mitezza e dell’arte, che anche nelle condizioni di vita più atroci, gli uomini possono custodire la speranza e diffondere questo loro sentimento. Con i musicisti dell’Ex Novo Ensemble abbiamo sentito il bisogno di ricordare questo episodio, accaduto ormai 81 anni fa nel campo di concentramento di Goerlitz, al confine tra Germania e Polonia. Per custodirne la memoria. Perché noi siamo la nostra memoria. Senza memoria, siamo foglie morte.
Quartetto per la fine del Tempo. Quanto rimane di quelle sofferenze nella musica ed è la musica, secondo Lei, ancora in grado di comunicarle, perpetuandone il ricordo nel tempo?
Come ha scritto la senatrice Liliana Segre, quest’opera, e le condizioni in cui è nata, richiama l’eterna gigantomachia tra lo Spirito e la Morte. E’ una frase di vertiginosa profondità: lo Spirito, che vive in questa musica, può sconfiggere la prepotenza della morte e della sopraffazione dell’uomo sull’uomo. Questa musica è attraversata da una certezza: lo splendore della vita non potrà venire schiacciato. Messiaen prende ispirazione da un passaggio del libro dell’ Apocalisse: l’apparizione di un angelo che annuncia la fine del Tempo. Apocalisse significa, letteralmente, rivelazione e la fine del Tempo non va intesa come una catastrofe, ma come un mistero che siamo chiamati a svelare. Che cosa significa oltrepassare la dimensione consueta del Tempo? Messiaen era credente, aveva fiducia, anzi certezza, nella possibilità della vita eterna, oltre il Tempo.
Ci sono diversi esempi di autori che, in situazioni drammatiche, spogliati di ogni umanità, hanno concepito capolavori eterni. Penso alle poesie di Ungaretti, scritte in trincea; o al filosofo tedesco Ludwig Wittgenstein, che in guerra compose una delle opere più importanti della filosofia del ‘900. Che cosa contraddistingue, in particolare, l’opera di Olivier Messiaen?
Tutti gli autori che lei ha nominato, assieme a tanti altri, ci ricordano che gli esseri umani sono capaci di condivisione. Che ne hanno bisogno. Messiaen è compositore, si esprime attraverso la musica. Non con parole, o con immagini, ma attraverso dei suoni che entrano nella nostra anima e lì si trasformano in qualcosa di indicibile, di inesprimibile a parole. Messiaen sembra aver letto i versi meravigliosi della poetessa russa Anna Achmatova, scritti in quegli stessi anni: “Io non posso offendere un uomo senza soffrire, / anche se è il mio nemico. / Anche se è il mio nemico, / lui rimarrà e io rimarrò sempre un uomo”. Inoltre, vive in Messiaen un aspetto cosmico, come se noi essere umani potessimo partecipare dell’inscalfibile bellezza dell’Universo, che trascende il tempo della storia.
Compositore, organista, scrittore, studioso dell’antica musica greca, ma anche ornitologo che raccolse e studiò migliaia di canti di uccelli… Chi è Olivier Messiaen?
Un uomo che ha sentito il bisogno di donare agli altri uomini i propri talenti.
Attendendola sul palco del Teatro Comunale di Belluno, insieme a Ex Novo Ensemble e al pubblico bellunese, La ringraziamo molto per la sua disponibilità e cortesia.
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