Domenica 14 luglio 2024 – ore 17:30
Ristorante Al Borgo – Belluno
Biglietti: Interi € 20; Soci € 15; Studenti € 5.
Elisabetta de Mircovich voce, symphonia, viella, violoncello barocco
Matteo Zenatti voce, arpa, salterio, arpa rinascimentale
Amor scortese: schiavitù d’amore dai trovatori alla new wave
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PROGRAMMA:
Voglio di vita uscir (B. Ferrari 1597-1681)
Chiudete l’orecchi (S. Landi 1587-1639)
Guerra ni plaitz (R. de Vaqueiras 1165-1207)
Dulcis amor (anonimo sec. XII)
Sì dolce è ‘l tormento (C. Monteverdi 1567- 1643)
O dulcissime amator (H. von Bingen 1098-1189)
Venus in Furs (1967 Velvet Underground )
Es Seusst dort her von Orient (O. Von Wolkenstein 1377- 1445)
S’i’ ti son stato (F. Landini c.1325- 1397)
Con dolce brama (M. Piero c. 1300- c. 1350)
La Ballata dell’Amore Cieco ( 1966 F. De André)
Master and Servant (1984 Depeche Mode)
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Programma Jazz e dintorni in PDF===
Informazioni e biglietti:
I biglietti sono in vendita nella sede del concerto, mezz’ora prima del suo inizio, o presso Cartoleria Capraro, P.zza del Mercato 32, Belluno, con orario 9-12/15-19, chiuso domenica e lunedì mattina.
Per informazioni: numero dedicato +39 348 2684504 oppure segreteriabelcircolo@gmail.com
Campagna Tesseramento 71^ Stagione 2024:
Soci ordinari Interi € 50 / Famigliari € 30
novità: Studenti annuale, con ingresso libero € 50 /
Soci nuova iscrizione € 40 / Soci sostenitori a partire da € 50
La tessera associativa dà diritto alla riduzione del costo del biglietto.
Si prega di esibire la tessera all’atto dell’acquisto del biglietto.
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La sofferenza d’amore, che incatena gli innamorati in una prigione più o meno dorata, è stata, è e sarà molto probabilmente rappresentata, cantata e dipinta nell’arte di ogni tempo. In questo vagabondaggio musicale e temporale partiremo dal XII secolo, epoca in cui nasce la teorizzazione del cosiddetto amor cortese, o meglio, il fin’amor. Andrea Cappellano, nella sua opera filosofico-didattica De amore, ne definisce i principi basilari che ispireranno le coeve liriche dei trovatori in lingua d’oc, come quelle dei successivi Minnesänger tedeschi. La libertà e la spregiudicatezza del sentimento a volte sono descritte con straordinaria intensità, fuori dagli schemi della docile dedizione all’amata, come nella canso di Raimbaut de Vaqueiras, dove l’uomo si sottomette all’amata quasi odiando se stesso per essere completamente dedito a lei. La sofferenza amorosa, però, non è solo causata dalla condizione di schiavitù, ma anche dalla lontananza o dal distacco degli amanti: il cosiddetto amor de lonh, ovvero il desiderio non appagato, la nostalgia di gioie mai gustate, viene cantato spesso nella lirica dei trovatori, mentre nello stesso secolo anche la badessa renana Hildegard von Bingen, nella sua Simphonia virginum, canta di Cristo come di un amante lontano. E ancora, il tipico genere della canso de alba, in cui due amanti clandestini si svegliano troppo tardi e devono lasciarsi frettolosamente per paura di essere scoperti e disonorati, continua fino al Quattrocento nella sconcertante Es seusst di Oswald von Wolkenstein in un crescendo di trasporto erotico e di tensione melodica. Amor cortese e ‘scortese’ convivono fin dagli esordi: lamentele, invettive e doppi sensi emergono nei testi di canzoni di ogni tempo, dai Carmina Burana all’Ars Nova italiana, alle arie di Cinque e Seicento: ovunque amanti abbandonati, afflitti per un amore non corrisposto, donne sedotte con l’inganno o altre che rivendicano la propria indipendenza amorosa. Il programma si spinge quasi fino ai giorni nostri, con una breve incursione nel repertorio di un moderno trovatore, il nostro Fabrizio De André, e nella new wave inglese, con tre brani decisamente scortesi; sebbene si tratti di supremo vassallaggio amoroso, non è altro che la teorizzazione di Andrea Cappellano portata all’estremo: servitium amoris, ovvero il comandamento per cui l’amante deve porsi al completo servizio della figura femminile, intesa come una creatura superiore e irraggiungibile.
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Elisabetta de Mircovich, triestina, già da bambina suonava e cantava con la sorella repertorio medievale e si esibiva con gruppi pionieri nell’interpretazione della musica antica. Diplomata con lode in violoncello al Conservatorio di Trieste con il M° Libero Lana c, ha continuato gli studi con il M° Mario Brunello. Negli anni ’80 ha iniziato l’attività concertistica con varie formazioni (Ensemble la Reverdie, Ensemble Sequentia, Accordone, Sonatori de la Gioiosa Marca). Con questi gruppi ha girato l’Europa e ha registrato una trentina di CD.
www.lareverdie.com/it/elisabetta-de-mircovich
Matteo Zenatti, veronese, tenore e arpista su strumenti storici, canta (e suona) da fin troppo tempo musiche antiche e non, lavorando con ensemble italiani e stranieri (LaReverdie il più stabile nel tempo), o esibendosi da solo come nuovo trovatore, alternando ricerca sui codici a esecuzioni di musiche ritrovate.
matteozenatti.net
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